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MAVERICK
(MAVERICK)
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  Stampa questa scheda Data della recensione: 22 settembre 1994
 
di Richard Donner, con Mel Gibson, Jodie Foster, James Garner, Graham Greene, James Coburn (Stati Uniti, 1994)
 
Mel Gibson
Si sa come succede ad Hollywood per questo genere di cose: dopo aver deciso per anni che il western era morto, sono bastati i milioni generosamente guadagnati dai lupi di Kevin Costner (e le stellette entusiaste della critica per GLI SPIETATI di Clint Eastwood) per far cambiare idea ai suoi banchieri.

Si sa anche da dove nascono la maggior parte di questi cosiddetti ragionamenti: da un computer. Il quale decreta che per riuscire MAVERICK occorre: a) un regista che assicuri l'azione (ed ecco il nostro Donner, delle pregiata ditta ARMA LETALE), b) due attori dallo charme assicurato, c) un direttore delle fotografia che assicuri l'immagine all'altezza della gloriosa tradizione (Vilmos Zsigmond, che in effetti fa più che il proprio dovere), d) uno scenografo che personalizzi i molti interni nei quali si svolge il racconto (Tom Sanders, bravissimo nell'inventare la casa da gioco galleggiante sulla quale si svolge il torneo di poker). Ed infine (e), di uno sceneggiatore maestro nella dissacrazione (e chi meglio di William Goldman, l'autore del mitico BUTCH CASSIDY?).

Stranamente, poiché i computer sembrano curarsi meno di quel dettaglio che invece i vecchi marpioni di Hollywood privilegiavano saggiamente, è proprio il lavoro di Goldman a risultare di una banalità sorprendente. E, in un film tutto basato sulla satira del genere, e che avrebbe dovuto essere tutto costruito sull'originalità delle situazioni e dei dialoghi, trascina mollemente su binari esausti la presa in giro più risaputa.

Se Jodie Foster presta perlomeno la sua sempre intelligente e sensuale fisicità, Mel Gibson ammicca e saltella disperatamente per convincerci di essere ancora il baldanzoso provocatore rimasto nella penna. In quanto alla seduzione collegata al poker, che avrebbe potuto costituire la palestra delle più eccitanti esercitazioni, forse è meglio che Richard Donner faccia un salto in cineteca: a rivedersi, se non proprio il Preminger de L'UOMO DAL BRACCIO D'ORO, almeno come si dava da fare Steve McQueen per sedurre agli scacchi Faye Dunaway in THOMAS CROWN AFFAIR.


   Il film in Internet (Google)

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